Ci sarà il loto azzurro, che per gli antichi Egizi era il simbolo di rinascita e rigenerazione, con i suoi fiori che si schiudono all’alba per poi richiudersi al tramonto. Ci sarà il papiro, che originariamente cresceva in fitte paludi lungo il corso o il delta del Nilo ed era la pianta araldica del Basso Egitto. Sono soltanto alcune tra le piante protagoniste del Giardino di piacere, che il Museo Egizio di Torino, il più antico museo del mondo dedicato interamente alla cultura egizia, presenterà ad Euroflora 2025. L’installazione che il Museo porta a Genova si ispira ai giardini del Nuovo Regno (1539-1076 a.C.). Si tratta di un omaggio alla civiltà dell’antico Egitto, che fu tra le prime a sviluppare una cultura della botanica ornamentale e a conferire significati simbolici a piante e fiori, come testimoniano le raffigurazioni di giardini rivenute nelle tombe dell’alta società egizia. Un team internazionale di egittologi e curatori del Museo Egizio – composto da Johannes Auenmüller, Divina Centore e Cédric Gobeil – ha sviluppato un progetto che va oltre la ricostruzione di un giardino storico: l’intento è quello di ricreare un antico giardino, ricostruendo il significato simbolico delle piante e la cultura dell’antico Egitto, per offrirli al pubblico in una chiave contemporanea e sensoriale.