Studente in architettura del paesaggio
Studente in architettura del paesaggio
Studente in architettura del paesaggio
Studente in architettura del paesaggio
Il progetto, attraverso un concetto di ambivalenza, pone l’accento sulla nostra volontà: una volontà/calamità di carattere imperante e distruttivo, sintomo di un rapporto in disequilibrio con la natura e una volontà/calamita espressione di un allineamento indissolubile con gli elementi primari del Paesaggio. Si delinea così un percorso, suddiviso in tre principali momenti, rappresentazione a tratti astratta ed evocativa delle interazioni tra uomo e natura. Noi decidiamo. Con le nostre azioni quotidiane, con la nostra volontà. Decidiamo chi siamo, cosa vogliamo essere. CALAMITÀ o CALAMITA?
Paesaggista
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Paesaggista
Paesaggista
Finestre sul giardino è un’esperienza semplice e spontanea, come il gesto di aprire una finestra e guardarci attraverso, tuttavia osservare non è un’operazione altrettanto immediata. La composizione modulare forma isole con differenti composizioni floristiche che richiamano differenti tipologie di giardino: mediterraneo, roccioso, boschivo, esotico e contemporaneo. Pannelli, cornici e arredi scandiscono lo spazio creando l’occasione di ammirare scorci differenti. Come i quadri nel museo, qui le piante vengono esaltate dalle prospettive stimolando la curiosità e indirizzando il pensiero.
Paesaggista
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Dall’incontro tra l’arte classica dei Parchi di Nervi e quella contemporanea della Green Street Art nasce Istantanee, un progetto in cui l’interazione tra opera e persona assume un ruolo fondamentale: moduli, cornici mobili e sedute definiscono delle istantanee, scene in cui il fruitore è al tempo stesso protagonista – insieme alla vegetazione ed al paesaggio circostante – fotografo e spettatore. Materiali e tecniche costruttive rispondono al criterio di sostenibilità, così come le specie, scelte nel rispetto delle preesistenze del contesto.
Architetto
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Agronomo
Una serie di muri di pallet e schermature lignee percorre il lotto stretto e lungo, come i muretti a secco dei terrazzamenti percorrono le aspre colline liguri, schiacciate tra le Alpi e il mare. Le essenze profumate e colorate che li sormontano creano una prospettiva di piani sfalsati la quale comprime visualmente la lunghezza del lotto e ne struttura una vista privilegiata. Allo stesso modo, la successione dei muri permette al visitatore di attraversare liberamente il lotto in senso trasversale, creando una serie di micropassaggi.
Paesaggista
Architetto
Paesaggista
L’idea del progetto è ricreare una casa intesa come insieme di micropaesaggi:ogni stanza è una rappresentazione dell’abitare e del paesaggio. Negli ultimi due anni la casa è divenuta lo spazio per il sogno: chi immaginava il mare, chi l’orto in campagna, chi sognava di viaggiare verso paesaggi esotici, o di passeggiare in un parco romantico. Ecco che le stanze si trasformano: la cucina rappresenta il paesaggio rurale; il salotto è la rappresentazione del paesaggio esotico; il bagno è il paesaggio marino; la camera da letto e il balcone richiamano il paesaggio romantico.>
Paesaggista
Architetto
Otto metri cubi: questa può essere considerata una sorta di dimensione minima dell’abitare che consente ad una persona di stare in piedi, seduta o coricata. Gli 8m3 che danno il titolo all’installazione vengono qui declinati ‘per esclusione’, dando origine ad uno spazio-altro, tracciando il volume di un cubo che nella forma richiama l’abitabilità ma che nei fatti la esclude. Viene così a definirsi un micropaesaggio occupato da piante e da leggere strutture lignee che, attraverso la sottrazione dello spazio alla vita antropica, impedisce l’attraversamento fisico, ma invita a quello visivo.
Architetto
L’intervento omaggia Genova e il suo golfo, riproponendone l’assetto tramite la tecnica progettuale giapponese dello ‘shukkei’, un processo di riduzione del paesaggio, i cui caratteri vengono raffigurati da composizioni di pietre, ghiaia e vegetazione. Una piattaforma di osservazione privilegiata del giardino, citazione dell’’engawa’, completa il progetto. Questi elementi sono celati dall’esterno da piantagioni secondo un effetto di vedo-non vedo. Un percorso obbligato consente di giungervi con un effetto sorpresa, secondo il principio del ‘miegakure’: lo scoprire progressivo del giardino.
Paesaggista
Vivaista
Operatrice di fattorie didattiche e outdoor educativo
Giardiniere
Il progetto vuole trasmettere un’idea di positività, andando a rispecchiare la condizione che ci ha visti a lungo chiusi nelle nostre case. Si articola in due ‘stanze’, realizzate con i moduli suggeriti da Euroflora e delimitate da una quinta di Bambù. La prima, rappresenta la sicurezza delle nostre abitazioni, la seconda invece, si apre verso orizzonti esterni, in particolare verso il mare e verso la Villa Grimaldi, con una porta e due finestre. Su queste, verranno impressi degli aforismi che inviteranno a riflettere sul fatto che c’è sempre qualcosa oltre quello che vediamo e che vale la pena uscire e sfruttare la nostra immaginazione per metterci alla prova e cogliere quelle sfumature che spesso ci sfuggono.
Architetto
Architetto Garden & Interior Designer
Il micropaesaggio porta con sé le linee quadripartite del primordiale giardino persiano e le matrici del più occidentale Ortus Conclusus. I quattro elementi della vita si evolvono nel nostro impianto compositivo, come un nuovo big-bang in un’esplosione che genera un caos ordinato, dove si ritrovano le quattro sfere della vita perfettamente collocate nel Micropaesaggio: espressione universale del concetto binario tra il tangibile e l’intangibile. Al centro di “Rubrum” una sedia rossa; il punto di vista privilegiato del Micropaesaggio ordinato, proiettato verso un Macrosistema piu organico e irregolare.
Architetto
Architetto
Nel nostro progetto abbiamo immaginato di riunire le piante all’origine delle culture di tutti popoli del mediterraneo così da creare una sorta di erbario vivente in un ipotetico ecosistema tra cultura e coltura. Tante storie e miti sono ambientati in questa esplosione di specie arboree che è la macchia mediterranea. Dentro questa continuità di piante compatte e solidali contro le avversità climatiche si celano storie o leggende che hanno condizionato il rapporto dell’uomo con la natura circostante: L’ulivo nato alla saggezza di Atena, il mirto dietro il quale ancora si nasconde Venere e la salvia che nascose il Bambino ai soldati. Una selezione raccolta e catalogata in una struttura a scaffali, vuota al centro, da cui si scorge il mare come il fondale di uno spazio scenico aperto per ospitare racconti, vivere esperienze in forma di rappresentazione o disponibile per chi vuol declamare attraverso la sua voce le voci della cultura mediterranea. Un allestimento che per i suoi colori, materiali e oggetti simultanei appare illuminata da un illusionismo onirico come ne Le memorie di un santo di René Magritte o in un verso di André Breton. In questa scena sospesa si narrano vicende in cui uomini e colture si intrecciano. Ogni essenza è il personaggio di una storia che si può raccontare in questo teatro sul mare.